Origine del termine transdiagnostico e sua influenza nello sviluppo di trattamenti personalizzati basati sui processi
Riccardo Dalle Grave
UOL AIDAP Verona
Christopher Fairburn, Zafra Cooper e Roz Shafran sono stati i primi a introdurre il termine “transdiagnostico” nel campo dei disturbi mentali. Hanno usato questo termine per descrivere l’innovativo modello di terapia cognitivo comportamentale transdiagnostica (CBT) per i disturbi dell’alimentazione nel loro influente articolo del 2003, “Terapia cognitivo-comportamentale per i disturbi alimentari: una teoria e un trattamento ‘transdiagnostico’” [1].
La visione transdiagnostica sui processi che mantengono la psicopatologia del disturbo dell’alimentazione si è basata sull’osservazione che i principali processi di mantenimento sono in gran parte gli stessi in diverse diagnosi di disturbo dell’alimentazione. Pertanto, se questi processi di mantenimento possono essere interrotti in un disturbo dell’alimentazione, dovrebbe essere possibile interromperli in altri disturbi dell’alimentazione. Sulla base di questa osservazione, il team del Centre for Research on Eating Disorders at Oxford (CREDO) ha riconcettualizzato la CBT per la bulimia nervosa e l’ha adattata per renderla adatta a tutte le forme di disturbi dell’alimentazione. Il risultato è stato lo sviluppo di un nuovo trattamento cognitivo comportamentale transdiagnostico chiamato Enhanced CBT (CBT-E) [1].
Il lavoro di Fairburn ha stimolato in modo significativo lo sviluppo di trattamenti transdiagnostici in altre condizioni di salute mentale.
Ad esempio, David Barlow, un ricercatore e psicologo di fama mondiale noto per il suo lavoro sui disturbi d’ansia ed emotivi, riporta che intorno all’anno 2000 è stato spinto a sviluppare il Protocollo Unificato per il Trattamento Transdiagnostico dei Disturbi Emotivi (UP) leggendo una domanda di grant al Wellcome Trust di Chris Fairburn che spiegava la necessità di un trattamento transdiagnostico dei disturbi dell’alimentazione [2]. Come la CBT-E per i disturbi dell’alimentazione, l’UP è un trattamento transdiagnostico utilizzato per trattare molti problemi di salute mentale comuni come ansia, depressione e altri disturbi emotivi [3], il che significa che ha lo scopo di aiutare chiunque abbia difficoltà a gestire le emozioni, indipendentemente dalla diagnosi DSM.
Negli ultimi decenni, l’approccio transdiagnostico è diventato fondamentale nello sviluppo di interventi terapeutici personalizzati non basati sulle diagnosi DSM, volti ad affrontare processi specifici che si estendono a vari disturbi mentali. L’obiettivo finale è quello di adattare la psicoterapia ad ogni singolo paziente. Esempi degni di nota includono il memory specificity training [4], l’attentional bias modification [5], l’interpretive bias modification per processi particolari come il repetitive negative thinking (RNT) [6], e l’attentional control training per trattare la sensibilità cognitiva all’ansia [7]. Inoltre, questo approccio si riflette in interventi che affrontano una gamma più ampia di processi all’interno di quadri terapeutici stabiliti, come la CBT focalizza sulla ruminazione (RfCBT) [8] l’augmented depression therapy (ADepT) [9] e la più ampia applicazione della terapia basata sui processi (PBT) [10].
Referenze
- Fairburn CG, Cooper Z, Shafran R. Cognitive behaviour therapy for eating disorders: a “transdiagnostic” theory and treatment. Behav Res Ther. 2003;41(5):509-28. doi: 10.1016/s0005-7967(02)00088-8.
- Allman R: Dr David H. Barlow and the Unified Protocol. https://www.psychologytools.com/articles/dr-david-h-barlow-and-the-unified-protocol/ (2023). Accessed 17 August 2024.
- Barlow DH, Allen LB, Choate ML. Toward a unified treatment for emotional disorders. Behav Ther. 2004;35(2):205-30. doi: https://doi.org/10.1016/S0005-7894(04)80036-4.
- Werner-Seidler A, Hitchcock C, Bevan A, McKinnon A, Gillard J, Dahm T, et al. A cluster randomized controlled platform trial comparing group MEmory specificity training (MEST) to group psychoeducation and supportive counselling (PSC) in the treatment of recurrent depression. Behav Res Ther. 2018;105:1-9.
- MacLeod C, Rutherford E, Campbell L, Ebsworthy G, Holker L. Selective attention and emotional vulnerability: assessing the causal basis of their association through the experimental manipulation of attentional bias. J Abnorm Psychol. 2002;111(1):107-23.
- Hirsch CR, Krahé C, Whyte J, Bridge L, Loizou S, Norton S, et al. Effects of modifying interpretation bias on transdiagnostic repetitive negative thinking. J Consult Clin Psychol. 2020;88(3):226-39. doi: 10.1037/ccp0000455.
- Allan NP, Albanese BJ, Judah MR, Gooch CV, Schmidt NB. A multimethod investigation of the impact of attentional control on a brief intervention for anxiety and depression. J Consult Clin Psychol. 2020;88(3):212-25. doi: 10.1037/ccp0000484.
- Watkins ER. Rumination-focused cognitive-behavioral therapy for depression. Guilford Publications; 2018.
- Dunn BD, Widnall E, Reed N, Owens C, Campbell J, Kuyken W. Bringing light into darkness: A multiple baseline mixed methods case series evaluation of Augmented Depression Therapy (ADepT). Behav Res Ther. 2019;120:103418. doi: 10.1016/j.brat.2019.103418.
- Hayes SC, Hofmann SG. Process-based CBT: The science and core clinical competencies of cognitive behavioral therapy. New Harbinger Publications; 2018.