Resoconto Congresso Nazionale AIDAP 2023
Nuove frontiere nel trattamento dei Disturbi dell’alimentazione e dell’Obesità
A cura di (in ordine alfabetico): Elena Bani, Gianmatteo Cattaneo, Mirko Chimini, Anna Dalle Grave, Laura Dametti, Manuela Molgora, Barbara Segattini.
Nei giorni 12 e 13 maggio, a Firenze, ha avuto luogo il Congresso Nazionale AIDAP 2023.
Il congresso ha stimolato il confronto tra professionisti su importanti tematiche legate ai disturbi dell’alimentazione e all’obesità, con l’obiettivo di suggerire nuovi spunti per migliorare la conoscenza e il trattamento di queste patologie.
Il congresso, dopo tre lunghi anni di assenza dovuti alla pandemia da COVID-19, si è aperto con breve saluto della presidente, dott.ssa Simona Calugi.
Il primo simposio, aperto dalla dott.ssa Arianna Banderali, dal titolo “Processi cognitivi, fitness fisica e qualità della vita nell’obesità”, ha visto l’intervento della dott.ssa Laura Dametti, ricercatrice presso la Casa di Cura Villa Garda, che ha presentato la validazione italiana dell’Irrational Food Beliefs Scale, un questionario che si occupa di valutare le distorsioni cognitive, gli atteggiamenti e le convinzioni inadeguate rispetto al cibo, variabili che potrebbero avere un ruolo nella gestione del peso. Successivamente, il dott. Fabio Soave, fisioterapista presso la Casa di Cura Villa Garda, ha messo in luce l’importanza dell’utilizzo di due test come l’Hand Grip o il Six Minutes Walking Test come strumenti di valutazione dell’andamento della terapia. Oltre a riportare i dati della più recente letteratura e aver mostrato l’attuale raccolta dati effettuata presso la Casa di Cura Villa Garda, il dott. Soave ha proposto lo sviluppo di un protocollo sia clinico che di ricerca al fine di standardizzare l’utilizzo di strumenti semplici per misurare e migliorare la fitness fisica nell’obesità. La prima parte della mattina si è conclusa con la relazione della dott.ssa Calugi che, ha riportato uno studio recentemente pubblicato sulla relazione tra i domini della qualità di vita in pazienti con obesità con differenti livelli di fitness fisica. Tramite l’utilizzo della network analysis, una innovativa procedura statistica, i dati presentati dalla dott.ssa Calugi supportano l’ipotesi che la fitness fisica e la qualità di vita, soprattutto nella sua componente mentale, siano associati.
Il pomeriggio è proseguito con una lettura magistrale tenuta dal dott. Riccardo Dalle Grave, segretario scientifico di AIDAP, in cui sono stati analizzati benefici e svantaggi dell’integrazione della terapia farmacologica con la terapia cognitivo comportamentale nel trattamento dell’obesità. Il dott. Dalle Grave ha mostrato i dati sull’efficacia a breve e medio termine dei nuovi farmaci che potrebbero rappresentare un punto di svolta per la terapia dell’obesità, mettendo in luce tuttavia i potenziali limiti del loro utilizzo.
La prima giornata si è conclusa con il simposio presentato dal dott. Dalle Grave dedicato a “Stigma interiorizzato del peso, psicopatologia e modelli di trattamento”. La dott.ssa Rebecca Pearl, psicologa clinica e assistant Professor of Psychology in Psychiatry and Surgery presso l’Università della Pennsylvania, ha introdotto, nella sua relazione a distanza, il costrutto di stigma strutturale, interpersonale e intrapersonale e ha presentato i più recenti protocolli sperimentali che, associati alla terapia comportamentale per la perdita di peso, mirano a ridurre l’impatto dello stigma interiorizzato. A seguire, la dott.ssa Barbara Segattini, ricercatrice presso la Casa di Cura Villa Garda, ha presentato uno studio effettuato dal gruppo di ricerca di Villa Garda in cui è stata utilizzata la network analysis per indagare la relazione tra l’eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo e l’interiorizzazione dello stigma sul peso. Nell’ultima relazione, tenuta dalla dott.ssa Antonella Ruocco psicologa-psicoterapeuta presso la Casa di Cura Villa Garda, è stato descritto un intervento di gruppo basato sulla dissonanza cognitiva, implementato dall’équipe della Casa di Cura Villa Garda che mira a ridurre l’aderenza alle credenze basate sull’interiorizzazione dello stigma sul peso.
La seconda giornata del convegno, interamente dedicata al tema dei disturbi dell’alimentazione, è stata aperta dal dott. Domenico Filardo, segretario AIDAP, con un simposio clinico incentrato su tematiche e strumenti per il miglioramento della terapia cognitivo comportamentale migliorata (CBT-E).
I tre relatori, il dott. Massimiliano Sartirana (psicologo-psicoterapeuta del centro ADA di Verona), la dott.ssa Selvaggia Sermattei e la dott.ssa Alice Nannini, (entrambe psicologhe-psicoterapeute del centro ABO di Firenze ed Empoli) hanno portato la loro competenza ed esperienza clinica nell’applicazione di strumenti terapeutici (supervisione, check-list auto-valutativa, manuali e video) finalizzati a migliorare l’aderenza del terapeuta alla CBT-E e l’esito del trattamento. Successivamente, la dott.ssa Lucia Camporese e la dott.ssa Sara Campagna hanno riportato i dati preliminari del progetto “Claudia Carraro”, un intervento di prevenzione dei disturbi dell’alimentazione e del peso basato sulla CBT-E e implementato nelle scuole primarie di secondo grado di diverse città italiane. I risultati sono incoraggianti, sottolineano un cambiamento di attitudini verso il disturbo dell’alimentazione in soggetti considerati “a rischio” e spingono a riprendere gli interventi nelle scuole, iniziati nel 2019 e interrotti a causa della pandemia. Nell’ultima relazione del simposio, il dott. Dalle Grave ha descritto lo stato empirico della CBT-E attraverso gli studi di esito più recenti, evidenziando i punti di forza e le sfide future.
Il pomeriggio si è aperto con il simposio dedicato alle nuove frontiere nella concettualizzazione della psicopatologia dei disturbi dell’alimentazione, con un focus sulla network analysis.
La network analysis spiegata nelle sue sfaccettature e nella sua applicazione all’ambito dei disturbi dell’alimentazione dal dott. Giammarco Cascino psichiatra e ricercatore del dipartimento di Medicina, Chirurgia e Odontoiatria della “Scuola Medica Salernitana”/DIPMED di Salerno, è stata poi ripresa dalla dott.ssa Calugi per proporne una più recente applicazione in studi longitudinali. Entrambi i relatori, nel dibattito finale, concordavano sull’importanza di promuoverne l’utilizzo per favorire una moderna concettualizzazione della psicopatologia dei disturbi dell’alimentazione ed orientare l’intervento.
Relatori internazionali provenienti da varie parti del mondo si sono poi susseguiti, in modalità online, per condividere la loro esperienza nell’implementazione della CBT-E a vari livelli di cura. Le dottoresse Melanie Dalton (Australia), Agnes Ayton (UK), Martie de Jong (Nederland), Carine el Khazen (Dubai) e Suzanne Straebler (USA) hanno descritto le modalità, le difficoltà e i risultati ottenuti nell’implementazione del modello CBT-E nei loro rispettivi Paesi. Dagli interventi è emersa la capacità di adattamento della CBT-E in culture e apparati burocratici differenti e si è riflettuto sull’importanza della condivisione internazionale tra professionisti dello stesso settore.
Il congresso si è concluso con sei mini-presentazioni orali su novità scientifiche, cliniche e progetti di ricerca sviluppate dai ricercatori del gruppo della Casa di Cura Villa Garda.
La dott.ssa Anna Dalle Grave ha introdotto il tema del peso soppresso negli adolescenti con anoressia nervosa. Riportando i dati raccolti e recentemente pubblicati su una rivista internazionale, ha sottolineato il ruolo del peso soppresso come predittore dell’indice di massa corporea a fine trattamento e al follow-up di 20 settimane. La dott.ssa Manuela Molgora ha presentato un protocollo di studio longitudinale che mira ad indagare la relazione tra anoressia nervosa e osteoporosi in pazienti che hanno effettuato un ricovero riabilitativo CBT-E tra 6 e 13 anni fa. I dati preliminari evidenziano un miglioramento significativo della densità minerale ossea. Il dott. Gianmatteo Cattaneo ha presentato uno studio caso-controllo sulla composizione corporea in pazienti non sottopeso con peso soppresso. I risultati indicano l’esistenza di una relazione positiva tra massa grassa e psicopatologia specifica e generale. Inoltre, non sono emerse differenze tra pazienti e controlli nelle percentuali di massa magra e grassa e nella distribuzione del tessuto adiposo. Questo dato, sottolinea il dott. Cattaneo, suggerisce che in futuro sarebbe importante valutare la morfologia del tessuto adiposo in questi pazienti. Il dott. Mirko Chimini ha trattato il tema dei disturbi dell’alimentazione nella popolazione maschile, un tema da sempre trascurato nella ricerca e nella pratica clinica. L’intervento ha fornito spunti di riflessione sulle criticità relative ai criteri diagnostici attuali, agli strumenti diagnostici e clinici utilizzati e alla presenza dello stigma per i disturbi dell’alimentazione, da sempre considerati patologie tipicamente femminili, suggerendo ipotesi su possibili direzioni future. La dott.ssa Dametti ha presentato un protocollo di studio mirato a valutare gli effetti a breve e lungo termine di un trattamento residenziale CBT-E in pazienti adolescenti con anoressia nervosa. La presentazione ha evidenziato la carenza di studi di esito della CBT-E per gli adolescenti e la necessità di individuare possibili predittori di esito e di drop-out non valutati precedentemente. Infine, la dott.ssa Elena Bani ha trattato la relazione tra social media, immagine corporea e disturbi dell’alimentazione, un tema attuale e complesso. Ha presentato uno studio pilota randomizzato controllato, svolto in Australia, su un nuovo protocollo di intervento per giovani adulti, che mira a ridurre l’impatto negativo dei social media sull’immagine corporea e sull’alimentazione. L’intervento della Dott.ssa Bani ha posto l’attenzione sulla necessità di confermare i risultati ottenuti dallo studio preliminare al fine di sviluppare interventi e protocolli efficaci.