Perdita di controllo nei confronti dell’alimentazione dopo la sleeve gastrectomy: un confronto tra quattro gruppi di pazienti

Riccardo Dalle Grave

La chirurgia bariatrica è attualmente il trattamento più efficace per la cura dell’obesità grave e determina una significativa perdita di peso a breve e a lungo termine associata a miglioramenti e, in alcuni casi, alla risoluzione di comorbidità mediche e psicosociali. Nonostante ciò esiste una significativa variabilità individuale nella perdita di peso osservata fino a tre e sette anni sia dopo l’intervento di sleeve gastrectomy sia dopo il by-pass gastrico. Inoltre, una percentuale considerevole di pazienti non raggiunge la perdita di peso prevista e, anche tra quelli che la raggiungono, il recupero di peso dopo l’intervento è frequente. Gli studi eseguiti concordano che la perdita di controllo nei confronti dell’alimentazione  e il disturbo da binge-eating pre-operatori hanno scarso valore predittivo nei confronti della perdita di peso post-operatoria. Al contrario,  la perdita di controllo nei confronti dell’alimentazione nel periodo post-operatorio si associa a una minore perdita di peso e a uno scadente funzionamento psicosociale.

Per caratterizzare la natura della perdita di controllo nei confronti dell’alimentazione dopo l’intervento di sleeve gastrectomy, il gruppo di ricerca dell’Università di Yale diretto dal prof Carlos Grilo, uno dei massimi esperti mondiali del disturbo da binge-eating, ha valutato 431 pazienti che hanno richiesto un trattamento per la presenza di preoccupazioni per l’alimentazione e il peso. I partecipanti allo studio sono stati categorizzati in quattro gruppi: (i) sovrappeso/obesità (S-OB); (ii) disturbo da binge-eating (BED); (iii) BED post chirurgia bariatrica (BED-BAR) in cui sono soddisfatti tutti i criteri diagnostici DSM-5 del disturbo da binge-eating con l’eccezione  dell’assunzione di una grande quantità di cibo per le limitazioni anatomiche imposte dall’intervento chirurgico; (iv) perdita di controllo post chirurgia bariatrica (PC-BAR) – in cui è presente almeno un episodio alla settimana di perdita di controllo nei confronti dell’alimentazione senza almeno tre caratteristiche cliniche del BED (cioè, mangiare fino a sentirsi spiacevolmente pieni, mangiare grandi quantità di cibo anche se non ci si sente fisicamente affamati, mangiare da soli perché a causa dell’imbarazzo per quanto si sta mangiando, sentirsi disgustati verso se stessi, depressi o assai in colpa dopo l’episodio) e il provare un marcato disagio nei confronti dell’episodio. È da sottolineare che un punto di forza dello studio è stato quello di valutare la perdita di controllo nei confronti dell’alimentazione utilizzando l’intervista semistrutturata Eating Disorder Examination (EDE) e la versione EDE per la Chirurgia Bariatrica: due strumenti che putrtoppo sono scarsamente utilizzati nei centri clinici che si occupano di chirurgia bariatrica.

I risultati hanno evidenziato che i gruppi BED-BAR e BED riportavano livelli comparabili di sintomi generali dei disturbi dell’alimentazione e della depressione, che erano significativamente superiori rispetto a quelli riportati dai gruppi S-OB e PC-BAR. I risultati non sono cambiati anche dopo averli aggiustati per l’età, l’indice di massa corporea e la razza.

Gli autori hanno concluso raccomandando l’importanza di eseguire una valutazione attenta nei pazienti trattati con la chirurgia bariatrica della perdita di controllo nei confronti dell’alimentazione,  delle caratteristiche comportamentali e del disagio associati, possibilmente usando interviste validate, come l’EDE adattato per la chirurgia bariatrica Inoltre, i risultati dello studio indicano l’importanza di valutare in modo accurato la perdita di controllo nei confronti dell’alimentazione in tutti i pazienti affetti da obesità

 

Fonte: Ivezaj V, Barnes RD, Cooper Z, Grilo CM (2018). Loss-of-control eating after bariatric/sleeve gastrectomy surgery: Similar to binge-eating disorder despite differences in quantities. General Hospital Psychiatry 54:25-30. doi:10.1016/j.genhosppsych.2018.07.002