Social media, immagine corporea e disordini alimentari
Riccardo Dalle Grave
L’immagine corporea svolge un ruolo vitale nel benessere e nello sviluppo psicologico degli adolescenti. Tuttavia, i cambiamenti rapidi e significativi della forma del corpo durante la pubertà si associa spesso allo sviluppo di vari gradi di insoddisfazione corporea.
La ricerca ha dimostrato che gli adolescenti con elevata insoddisfazione corporea hanno un aumentato rischio di sviluppare depressione clinica, disturbi dell’alimentazione e bassa autostima. Per questo motivo, è essenziale identificare i fattori che contribuiscono all’insoddisfazione corporea per sviluppare efficaci strategie di prevenzione che siano in grado di aiutare gli adolescenti a sviluppare un’immagine corporea positiva.
Studi eseguiti sui media tradizionali (TV e riviste) hanno evidenziato che il loro uso è indirettamente associato all’insoddisfazione corporea attraverso l’influenza dei pari. Infatti, è stato osservato che ragazze esposte a immagini altamente idealizzate di persone fisicamente attraenti attraverso TV e riviste hanno anche conversazioni più frequenti sul loro aspetto fisico con i loro coetanei e una maggiore insoddisfazione corporea.
Le reti sociali hanno un effetto importante sulla vita e sullo sviluppo degli adolescenti. È stato documentato che il 70% degli adolescenti europei di età compresa tra i 14 e i 17 anni utilizza social media e il 40% trascorre più di 2 ore al giorno su questi siti. I siti online più usati dagli adolescenti sono YouTube, Instagram e Snapchat. Poiché i social media contengono immagini (spesso personali), video e commenti frequentemente incentrati sull’aspetto fisico, il loro uso aumenta la frequenza di avere conversazioni su questo argomento e di ricevere commenti sul proprio corpo. Gli esempi includono commentare con gli amici le foto che loro o altri hanno pubblicato sui social network e lo scambio di suggerimenti su come migliorare l’aspetto del proprio corpo. In questo modo, l’uso dei social media può contribuire a sviluppare l’insoddisfazione corporea e i disordini dell’alimentazione.
Alcuni dati della ricerca
Una revisione di 20 studi pubblicati nel 2016 ha dimostrato che l’uso dei social media è associato all’insoddisfazione corporea e ai disturbi dell’alimentazione. Attività sociali specifiche, come la visualizzazione e il caricamento di foto e la richiesta di feedback da parte di altre persone, sono stati identificati particolarmente problematiche. Una successiva revisione di 63 studi nel 2019 ha confermato la presenza di una relazione positiva e significativa tra l’uso dei social media e il disturbo dell’immagine corporea.
Uno studio australiano su 996 adolescenti (n = 534 ragazze) ha rilevato che il 75,4% delle ragazze e il 69,9% dei ragazzi avevano almeno un account. Instagram era il più comune, utilizzato dal 68,1% delle ragazze e dal 61,7% dei ragazzi. Facebook era il meno utilizzato. Inoltre, le ragazze erano più propense a pubblicare su Instagram e Snapchat foto di persone rispetto ai ragazzi. Questo non valeva per i selfie ma per le foto scattate da altri sul proprio corpo e quelle di amici e celebrità. Inoltre, le ragazze avevano il doppio delle probabilità rispetto ai ragazzi di pubblicare su Snapchat foto di cibo. Lo studio suggerisce anche che i social media, in particolare le piattaforme con una forte attenzione alla pubblicazione e alla visualizzazione delle immagini, sono associati ad attitudini e comportamenti alimentari altamente disordinati nei giovani adolescenti.
Uno studio olandese, che ha valutato 604 adolescenti (età 11-18; 50,7% femmine) in un periodo di 18 mesi, ha rilevato che l’uso frequente dei social media predice un aumento dell’insoddisfazione del corpo e commenti più elevati sull’immagine corporea sia nei maschi che nelle femmine. Lo studio suggerisce che l’uso dei social media non è solo associato all’insoddisfazione corporea, ma probabilmente ha un ruolo causale nel deterioramento dell’immagine corporea. Questa conclusione è stata confermata da una meta-analisi pubblicata nel 2021 su 69 studi con prove sperimentali o longitudinali, che ha trovato ha una correlazione negativa longitudinale tra uso dei social media e immagine corporea negativa.
Quali sono i meccanismi attraverso cui social media possono influenzare lo sviluppo dell’insoddisfazione corporea e dei disordini alimentari?
Due teorie principali sono state utilizzate per spiegare l’associazione tra l’uso più frequente dei social media e lo sviluppo dell’insoddisfazione corporea e dei disordini alimentari tra gli adolescenti.
- La teoria socioculturale (nota anche come “Modello Tripartito di Influenza”) propone che l’ideale socioculturale definisce il corpo “bello”. La forma del corpo ideale cambia nel tempo e nella cultura, ma al giorno d’oggi le femmine sono magre e toniche e i maschi muscolosi. Tuttavia, nei paesi occidentali, l’ideale del corpo è così estremo che non è raggiungibile dalla maggior parte delle persone. È comune per le persone, quando sono esposte all’ideale corporeo, confrontarlo con la forma del loro corpo, e scoprire che il loro corpo non soddisfa questo ideale. Di conseguenza, sviluppano aumentano il rischio di sviluppare l’insoddisfazione corporea e di adottare alcuni comportamenti disfunzionali (ad esempio, dieta ferrea, esercizio fisico eccessivo) per avvicinarsi al corpo ideale.
Secondo il Modello Tripartito di Influenza, l’attuale forma del corpo ideale irrealistica delle società occidentali è promossa da tre canali principali: pari, genitori e media, tra cui riviste, TV, film e, recentemente, social media. A questi potremo aggiungere anche il canale degli allenatori dei cosiddetti “lean” sport (cioè quelli di durata, estetici, dipendenti dal peso) che incoraggiano la perdita di peso e per “migliorare” la prestazione sportiva e/o per questioni estetiche.
- La teoria dell’oggettivazione sessuale propone che nella cultura occidentale i corpi delle persone sono “sessualmente oggettivati”. La nostra cultura, infatti, tende a considerare le persone sulla base della loro forma corporea e le tratta come “oggetti” per l’attrazione sessuale. Di conseguenza, la prospettiva di un osservatore è principalmente focalizzata sulla forma corporea delle persone e non quella che include anche aspetti interiori più complessi come la loro personalità. L’uso dei social media, che include foto o video che altri pubblicano di se stessi sui social media, tende ad accentuare questa tipo di prospettiva da parte dell’osservatore.
Cosa si può fare?
La ricerca su come aiutare le persone a ridurre il rischio di aumentare lo sviluppo di insoddisfazione corporea e di disordini alimentari con l’uso dei social media è nella sua fase iniziale e fino ad ora sono stati pubblicati solo alcuni studi pilota. La maggior parte sono stati interventi in classe che coinvolgevano adolescenti. Uno studio ha sfidato l’ideale dei social media, altri sono stati interventi di alfabetizzazione sui social media e uno ha incluso un breve compito di scrittura di auto-compassione con donne adulte prima dell’esposizione a immagini Instagram di corpi ideali corporei magri. Gli interventi hanno ottenuto alcuni risultati promettenti, ma il loro effetto è stato piccolo o nullo.
Un interessante studio recentemente pubblicato sull’International Journal of Eating Disorders ha testato un intervento per affrontare i social media e il rischio di disturbi dell’alimentazione in giovani studenti universitari adulti. Lo studio ha confrontato un intervento autoguidato progettato per ridurre l’autocritica e aumentare l’auto-compassione con un altro per aiutare gli utenti a curare il proprio feed e a utilizzare i social media in modo che abbiano più favorevole sul proprio benessere. È noto che l’autocritica è associata all’autoconfronto negativo e predice un’alimentazione disordinata. D’altra parte, l’auto-compassione ha associazioni negative con i sintomi del disturbo dell’alimentazione e le preoccupazioni per l’immagine corporea. Entrambi gli interventi hanno avuto un’ottima fattibilità e accettabilità. L’intervento di autocritica ha prodotto il miglioramento dell’immagine corporea e una riduzione dell’alimentazione disordinata. Inoltre, l’intervento di cura dei social media ha prodotto miglioramenti simili nel confronto sull’aspetto fisico a una e due settimane dopo la randomizzazione.
In attesa di risultati più solidi e strategie efficaci provenienti dalla ricerca, il coinvolgimento dei genitori nella prevenzione e nella risposta al cyberbullismo e nella prevenzione dell’insoddisfazione corporea e dei disordini alimentari non può essere sottovalutato. Infatti, i genitori svolgono un ruolo fondamentale nel garantire l’uso responsabile, sicuro e utile dei social media dei loro figli. Ciò comporta, tra le altre cose, consentire all’adolescente di aggiungere un’app social quando sembra pronto in base alla sua personalità e al suo livello di maturità, impostare limiti di tempo per l’uso dei social media, aiutandolo a curare il suo feed e scegliere i contenuti che lo fanno sentire bene, che sono utili, interessante e in linea con i suo valori. Infine, se gli adolescenti hanno problemi di immagine corporea, dovrebbero essere aiutati a considerare l’utilizzo di social media alternativi a Instagram, Snapchat. che sembrano più associati, rispetto ad altri, con lo sviluppo dell’insoddisfazione corporea e dei disordini alimentari.
Referenze
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de Valle, M. K., & Wade, T. D. (2022). Targeting the link between social media and eating disorder risk: A randomized controlled pilot study. International Journal of Eating Disorders, 55(8), 1066-1078. doi:10.1002/eat.23756
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Glover, C. (2019). The secret to actually enjoying social media? KonMari your timeline.
Thompson, J. K., Heinberg, L. J., Altabe, M., & Tantleff-Dunn, S. (1999). Exacting beauty: Theory, assessment, and treatment of body image disturbance. Washington, DC: American Psychological Association