Disturbi dell’alimentazione nei maschi: un problema comune ma poco riconosciuto

Dr. Riccardo Dalle Grave

Unità operativa locale AIDAP Verona, Casa di Cura Villa Garda (Garda-VR)

I disturbi dell’alimentazione sono stati osservati nei maschi dal 1689, quando il Dr. Richard Morton descrisse il primo caso documentato di anoressia nervosa in un giovane. Due casi di maschi sono stati riportati anche nella prima descrizione della bulimia nervosa del Prof. Gerald Russell nel 1979. Tuttavia, la ricerca sui disturbi dell’alimentazione è stata tradizionalmente focalizzata principalmente sulle femmine.

Solo di recente, i ricercatori hanno riconosciuto che i maschi mostrano un’immagine corporea e preoccupazioni per l’alimentazione distintive caratterizzate da una maggiore spinta per la muscolosità e dall’uso di specifici comportamenti per potenziare la massa muscolare, come il seguire diete ricche di proteine, l’uso di integratori e di steroidi anabolizzanti. Queste attitudini e comportamenti possono portare, in casi estremi, a sviluppare un disturbo dell’alimentazione.

Alcuni dati sulla prevalenza

Di solito è riportato che, in media, il 10% delle persone con anoressia nervosa sono maschi, anche se questo dato sembra essere sottovalutato. Questo perché, i ragazzi e gli uomini hanno meno probabilità di essere consapevoli di avere un disturbo dell’alimentazione e sono spesso riluttanti a cercare aiuto. Infatti, anche quando sono consapevoli di aver bisogno di aiuto, è meno probabile che cerchino un trattamento per il loro disturbo dell’alimentazione, in parte a causa degli stereotipi di genere e dell’idea che i disturbi dell’alimentazione siano qualcosa che riguarda solo il sesso femminile. Quando i maschi richiedono un trattamento per il disturbo dell’alimentazione, spesso ne soffrono da molto tempo, il che rende più difficile per loro raggiungere una remissione.

Un altro problema riguarda le interviste diagnostiche e i questionari utilizzati per valutare i disturbi dell’alimentazione perché sono stati progettati specificamente per le donne. Gli strumenti disponibili, infatti, non pongono le domande giuste per rilevare la presenza di  disturbi dell’alimentazione nei maschi. Ad esempio, una domanda come “Controllo spesso i miei muscoli” di solito non viene posta durante la valutazione diagnostica dei disturbi dell’alimentazione, mentre lo sono altre non rilevanti per i maschi come “Penso che le mie cosce siano troppo grandi”.

Nonostante i problemi descritti sopra, un recente studio australiano ha riscontrato una prevalenza del 12,8% di disturbi dell’alimentazione negli adolescenti maschi. I disturbi più comuni trovati sono stati i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione con specificazione (8,5%), la sindrome dell’alimentazione notturna (4,9%), la bulimia nervosa (1,8%), i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione senza specificazione (UFED, 1,3%) e l’anoressia nervosa atipica (1,2% ). Non sono invece stati trovati casi di anoressia nervosa. Alla luce di questi dati, non è più sostenibile affermare che i disturbi dell’alimentazione siano rari tra i maschi.

Caratteristiche specifiche dei disturbi dell’alimentazione nei maschi

Le principali differenze tra maschi e femmine con disturbi dell’alimentazione sono le preoccupazioni relative all’immagine corporea e i comportamenti ad essi associati.

Un recente studio eseguiti negli Stati Uniti d’America ha trovato che il 30% circa dei maschi adolescenti riferisce di aver tentato di aumentare di peso o aumentare la propria massa muscolare. È interessante notare che tra questi ragazzi, il 39,6% era di peso normale, il 12,8% era in sovrappeso e il 10,6% era obeso. Al contrario, il tasso di femmine adolescenti che hanno riferito di aver tentato di aumentare di peso è stato solo del 6,5%. Inoltre, i comportamenti alimentari disordinati sembrano più comuni nei giovani in sovrappeso rispetto a quelli normopeso.

Mentre la preoccupazione principale delle ragazze e delle donne con un disturbo dell’alimentazione è quella di essere troppo grasse, i maschi tendono a preoccuparsi di non avere abbastanza massa muscolare. Questo è probabilmente il motivo per cui i maschi con disturbi dell’alimentazione usano con più frequenza l’esercizio fisico eccessivo per controllare il peso, anche dopo gli episodi di abbuffata. Inoltre, mentre le donne con disturbi dell’alimentazione spesso evitano i cibi ipercalorici, i maschi tendono ad adottare una dieta per incrementare la massa muscolare, aumentando l’assunzione di proteine e integratori di creatina e, a volte, anche ricorrendo all’abuso di steroidi, ormoni della crescita e altre sostanze. Sembra perciò che “la ricerca della magrezza” nelle femmine si manifesti nei maschi come la “ricerca della muscolosità”.

Tuttavia, nella mia pratica clinica, ho visto anche alcuni maschi riferire una morbosa paura di aumentare di peso, un marcato desiderio di magrezza e caratteristiche simili a quelle osservate nel disturbo dell’alimentazione delle femmine.

Sebbene ci siano pochi dati disponibili (a causa del minor numero di casi segnalati), una storia di obesità (circa il 50%), depressione, abuso di sostanze (abuso di droghe e alcol) e/o suicidio è più comune nei maschi con anoressia nervosa rispetto alla popolazione maschile generale. Ci sono anche prove di un aumento dei disturbi dell’alimentazione nei maschi appartenenti alle minoranze sessuali.

Complicanze mediche

I maschi con disturbi dell’alimentazione soffrono di molte complicazioni mediche. Queste sono le conseguenze della restrizione dietetica calorica, del basso peso, dell’esercizio fisico eccessivo e dei comportamenti purgativi (vomito autoindotto, uso improprio di lassativi e diuretici).

Mangiare poco ed essere sottopeso fa diminuire i livelli ematici di testosterone, l’ormone maschile. Di conseguenza, si ha un ridotto desiderio sessuale e un basso numero di spermatozoi con scarsa vitalità. Inoltre, i farmaci assunti per potenziare la muscolatura possono provocare danni alla funzione e allo sviluppo sessuale.

Mentre nella popolazione generale, l’osteoporosi è molto più frequente nel genere femminile, anche i maschi con anoressia nervosa possono avere una grave osteoporosi. La sua gravità dipende dalla durata del disturbo dell’alimentazione e dal peso minimo raggiunto: più dura il disturbo dell’alimentazione e minore è il peso corporeo, più grave è il danno alle ossa. La malnutrizione negli adolescenti, prima che le ossa siano completamente sviluppate, può anche causare il rallentamento o l’arresto della crescita.

La restrizione calorica e il basso peso producono perdita della massa muscolare e astenia. Quando la persona è gravemente sottopeso, c’è un drastico calo della fitness fisica che porta ad avere difficoltà a salire le scale, ad accovacciarsi o ad alzarsi da seduti.

Diete estreme e basso peso possono anche avere un impatto profondo sul cuore e sui vasi sanguigni. Il muscolo cardiaco si riduce e si indebolisce con la malnutrizione e l’eccessiva perdita di peso. La pressione sanguigna si abbassa, così come la frequenza cardiaca. Il persistente basso peso corporeo aumenta anche il rischio di pericolose alterazioni del battito cardiaco, soprattutto in presenza di un significativo squilibrio elettrolitico (ad esempio, bassi livelli di potassio) dovuto a vomito autoindotto e/o uso improprio di lassativi e diuretici.

Altre complicanze mediche includono elevati livello di colesterolo, riduzione del numero dei globuli bianchi (neutropenia) e dei globuli rossi (anemia), rallentamento dello svuotamento gastrico con vari sintomi digestivi e alterazione degli enzimi epatici.

Trattamento

I dati sull’esito del trattamento dei maschi con disturbi dell’alimentazione sono pochi. In parte perché negli attuali studi sul trattamento i maschi sono spesso esclusi in quanto considerati “atipici”. Inoltre, i programmi ospedalieri residenziali e di day-hospital hanno ancora una capacità limitata di trattare i maschi con disturbi dell’alimentazione.

Comunque, un recente studio eseguito in Germania ha riportato gli esiti clinici in 119 maschi con disturbi dell’alimentazione (60 con anoressia nervosa e 49 con bulimia nervosa). Lo studio ha rilevato che i tassi di remissione erano simili tra i maschi e le femmine con anoressia nervosa alla fine del trattamento (remissione del 40%), ma i maschi hanno riportato un’alimentazione più disordinata al follow-up. Al contrario, il tasso di remissione dalla bulimia nervosa era inferiore nei maschi rispetto alle femmine alla fine del trattamento (44% contro 50%). Un dato preoccupante è che i maschi con anoressia nervosa sembrano avere una mortalità standardizzata più elevata rispetto alle femmine con anoressia nervosa.

Il trattamento dei maschi con disturbi dell’alimentazione è simile a quello delle femmine. Sono raccomandati gli stessi trattamenti psicologici basati sull’evidenza (ad esempio, la terapia cognitivo comportamentale migliorata e la terapia basata sulla famiglia). Tuttavia, il trattamento dovrebbe essere adattato alle esigenze dei maschi, affrontando alcune caratteristiche specifiche dei disturbi dell’alimentazione, come l’eccessiva valutazione della forma dei muscoli e le sue espressioni (ad esempio, le regole dietetiche mirate alla crescita muscolare, l’esercizio eccessivo, il check della forma dei muscoli), ed esplorare la socializzazione di genere e le credenze sulla mascolinità nel mantenimento del loro disturbo.

 

Bibliografia

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