Esercizio fisico eccessivo e disturbi dell’alimentazione
Riccardo Dalle Grave
Un ampio sottogruppo di persone con disturbi dell’alimentazione pratica un esercizio fisico eccessivo per controllare il peso e la forma del corpo e, a volte, anche per modulare le emozioni negative. Questa forma di comportamento è più frequente nelle persone che soddisfano i criteri diagnostici dell’anoressia nervosa tipo con restrizioni, ma è comune anche negli altri disturbi dell’alimentazione
Come capire se l’esercizio fisico è eccessivo?
L’esercizio fisico è considerati eccessivo quando:
- La sua durata, frequenza e intensità supera quanto è necessario per ottenere benefici per la salute e quindi aumenta il rischio di produrre dei danni fisici
- È associato al senso soggettivo di essere obbligati o spinti a esercitarsi, ha la priorità rispetto alle altre attività della giornata (per es. scuola o socializzare) ed è associato a sensi di colpa e ansia quando è rimandato.
Forme e funzioni dell’esercizio fisico eccessivo
Ci sono tre modi principali per eseguire l’esercizio fisico eccessivo.
- Nelle attività giornaliere di routine (per es. camminare eccessivamente, rimanere in piedi al posto di stare seduti mentre si studia)
- Nelle attività sportive (per es. allenarsi oltre al piano previsto dall’allenatore o andare in palestra più volte in un giorno)
- In modo anomalo (per es. fare un numero eccessivo di flessioni o addominali).
L’esercizio fisico eccessivo può anche essere classificato in base alla sua funzione:
- Per controllare il peso e la forma del corpo. Questa è la funzione più comune dell’esercizio riportata dalle persone con disturbi dell’alimentazione. L’uso dell’esercizio può essere “di compenso” se usato dopo episodi di abbuffata oggettivi o soggettivi. Alcune persone però adottano un esercizio di compenso preventivo per “bruciare” calorie prima di ingerirle (il cosiddetto “debito”). Altre pensano di poter mangiare solo se si sono allenate in anticipo. L’esercizio è L’esercizio eccessivo nelle persone con pazienti con disturbi alimentari è associato a diverse caratteristiche distinte, tra cui una maggiore psicopatologia del disturbo alimentare e moderazione alimentare, una psicopatologia generale più elevata (in particolare ansia e sintomi ossessivo-compulsivi), caratteristiche specifiche della personalità (vale a dire, livelli più elevati di persistenza e tolleranza del perfezionismo di frustrazione), basso indice di massa corporea (BMI) e giovane età. “non di compenso” se eseguito di routine senza alcun legame con l’assunzione di cibo. Quest’ultima modalità ha una funzione simile alla dieta ferrea.
- Per modulare le emozioni. L’esercizio fisico può anche avere ha la funzione di neutralizzare o ridurre la consapevolezza dello stato emotivo avverso comportando però danni emotivi, interpersonali e fisici. Questa modalità ha una funzione simile ad altri comportamenti disfunzionali di modulazione delle emozioni, come l’autolesionismo, l’uso improprio di sostanze psicoattive e gli episodi di abbuffata. In alcuni casi può anche essere usato per creare uno stato di piacere (reward) come quello usato dalle sostanze stupefacenti.
Caratteristiche associate
L’esercizio eccessivo nelle persone con disturbi dell’alimentazione è associato alle seguenti caratteristiche distintive:
- Più grave psicopatologia del disturbo alimentare
- Elevati livelli di restrizione dietetica ,
- Frequente coesistenza con ansia e sintomi ossessivo-compulsivi)
- Caratteristiche specifiche della personalità (perfezionismo, elevati livelli di persistenza e tolleranza della frustrazione)
- Basso indice di massa corporea (BMI)
- Giovane età.
Conseguenze negative
Le conseguenze negative dell’esercizio fisico eccessivo sono molte:
- Fa perdere del tempo che può essere usato in modo più utile e positivo (per es. interagire con altre persone, studiare, coltivare hobby)
- Può creare lesioni e, in chi è sottopeso, aumentare il rischio di fratture ossee e complicazioni cardiache
- Può ostacolare il trattamento interferendo con il recupero del peso, aumentando la durata del trattamento e il tasso di ricaduta.
Mantenimento del disturbo dell’alimentazione
L’esercizio fisico eccessivo contribuisce a mantenere il disturbo dell’alimentazione attraverso i seguenti meccanismi principali (Figura 1):
- Aumenta le preoccupazioni per il peso e la forma del corpo
- Favorisce gli episodi di abbuffata (se usato come comportamento di compenso)
- Può causare sottopeso
- Può essere usato per gestire in modo disfunzionale gli eventi e le emozioni associate
- Se eseguito in solitudine, favorisce l’isolamento sociale e la marginalizzazione diaree importanti della vita.
Le strategie e procedure per affrontarlo
La terapia cognitivo comportamentale migliorata (CBT-E) dei disturbi dell’alimentazione, un trattamento psicologico raccomandato dal National Institute for Health and Care Excellence (NICE) per la cura dei disturbi dell’alimentazione negli adulti e adolescenti. affronta l’esercizio fisico eccessivo con specifiche strategie e procedure che coinvolgono attivamente e in modo collaborativo il paziente.
Il primo passo è valutare se l’esercizio che si fa è eccessivo. Gli indizi che indicano la presenza di esercizio fisico eccessivo sono i seguenti:
- Fare un esercizio fisico che interferisce con attività importanti (per es. la scuola)
- Fare esercizio fisico in momenti o ambienti inadeguati
- Sentirsi obbligati a fare esercizio fisico, anche se questo può causare dei danni
- Sentirsi in colpa se, per qualsiasi ragione, non si fa esercizio fisico.
Il secondo passo è analizzare la sua funzione (vedi sopra), chiedendosi quali sono motivi per cui lo lo si fa.
Il terzo passo è decidere di interrompere l’esercizio fisico eccessivo. Poiché spesso chi ha un disturbo dell’alimentazione di solito tende a non vedere l’esercizio fisico eseguito come un problema, ma piuttosto come un modo positivo di controllare il peso e la forma del corpo o di modulare le emozioni, questo è spesso un compito difficile. Inoltre, la maggior parte delle persone con disturbi dell’alimentazione è molto preoccupata per le conseguenze negative percepite dell’interruzione o della riduzione dell’esercizio sul peso e sulla forma del corpo. Per perdere questa decisione si può creare una tabella dei pro e contro di interrompere l’esercizio fisico eccessivo (vedi esempio nella Tabella 1). Nel fare questo compito va considerata l’importanza di interrompere questo comportamento per liberarsi dai suoi effetti negativi e per guarire dal disturbo dell’alimentazione. Inoltre, bisogna riflettere se questo tipo di esercizio fisico offre qualcosa di positivo che si ha paura di perdere, ma anche i suoi effetti negativi sulla salute fisica, sul funzionamento psicologico, sui rapporti interpersonali e sulla prestazione scolastica. È utile anche concentrarsi sulle proprie aspirazioni di vita e non solo sui vantaggi apparenti che si percepiscono nel presente. Infine, va raggiunta una conclusione (vedi Tabella 1)
Tabella. Esempio dei pro e contro di interrompere l’esercizio fisico eccessivo
L’ultimo passo, se si è raggiunta la conclusione di affrontare l’esercizio fisico eccessivo, è applicare le seguenti le procedure, descritte di seguito, per interromperlo.
- Monitorare l’esercizio fisico eccessivo in tempo reale. È consigliabile riportare in tempo reale in una Scheda di Monitoraggio gli stimoli, i pensieri e le emozioni che precedono l’inizio dell’esercizio fisico. Se lo si farà prima di iniziare a muoversi, il monitoraggio in tempo reale aiuterà a diventare consapevoli di ciò che si ta facendo, pensando e sentendo nel momento in cui sta per mettere in atto l’esercizio fisico, e si avrà la possibilità di interromperlo.
- Fare un esercizio fisico salutare e sociale. Se si è in condizioni mediche stabili (stabilite da un medico), può essere consigliabile sostituire l’esercizio eccessivo con un esercizio salutare. Cercare di essere “in forma” fisicamente e psicologicamente è, infatti, una strategia fondamentale per interrompere l’esercizio fisico eccessivo. La chiave è imparare ad esercitarsi con gli altri (mai da soli), in modo salutare e non eccessivo. Questo tipo di esercizio fisico può aiutare a socializzare, a esporre il corpo, a gestire l’impulso a muoversi in modo eccessivo e ad accettare il recupero del peso, con la modificazione della forma del corpo conseguente. È consigliabile perciò pianificare un esercizio fisico salutare e trovare le opportunità per eseguirlo socialmente (per es. fare delle lezioni di tennis o di danza di gruppo). È essenziale però cercare di interrompere qualsiasi legame tra alimentazione e esercizio fisico.
- Gestire l’impulso a fare esercizio fisico in modo eccessivo. In questi casi può essere utile praticare attività alternative (es. stare vicino ad altre persone, ascoltare della musica, fare degli esercizi di respirazione, ecc.) che rendono meno probabile l’esercizio o che eliminano l’impulso ad esercitarsi (urge surf).
- Interrompere lo sport agonistico. Se si pratica sport agonistico e si una un indice di massa corporea minore di 19 bisogna essere valutate da un medico esperto di disturbi dell’alimentazione per decidere se si è idonee a continuare l’attività sportiva. In caso di mancata idoneità, come spesso accade in questa condizione la sospensione degli allenamenti e delle competizioni è transitoria e cesserà non appena sarà raggiunta la soglia del peso salutare. Il razionale di questa decisione è che il continuare a fare un esercizio fisico intenso, in una condizione di malnutrizione, è pericoloso per la salute. Va sempre ricordato che il riposo e il recupero di un peso salutare sono condizioni necessarie per migliorare la prestazione sportiva.
- Affrontare gli eventi e le emozioni. Se si esegue l’esercizio fisico eccessivo per gestire alcuni eventi negativi ed emozioni associate si può consigliare di usare la procedura di Risoluzione dei Problemi Proattiva descritta nel manuale Terapia cognitivo comportamentale dei disturbi dell’alimentazione. La guida per i pazienti.
- Limitare l’esercizio fisico eccessivo. Se con le procedure descritte non si è in grado di gestire l’impulso a esercitarsi in modo eccessivo, può essere utile coinvolgere o una persona di fiducia, per cercare di applicare le procedure sopra descritte per limitare l’esercizio fisico per qualche giorno.
Per approfondire
Dalle Grave , R. (2022). Terapia cognitivo comportamentale dei disturbi dell’alimentazione. La guida per i pazienti. Verona: Positive Press.
Dalle Grave, R., Calugi, S., & Sartirana, M. (2018). Manuale di terapia cognitivo comportamentale dei disturbi dell’alimentazione nell’adolescenza (CBT-Ea). Dal trattamento ambulatoriale al ricovero riabilitativo. Verona: Positive Press.