L’efficacia della CBT-E intensiva in adolescenti e adulti con anoressia nervosa

A cura di: Selvaggia Sermattei AIDAP Empoli e Firenze

La terapia cognitivo comportamentale migliorata per i disturbi dell’alimentazione (CBT-E) intensiva è stata ideata, tra le altre cose, per affrontare la problematica principale dei trattamenti ospedalieri per i disturbi dell’alimentazione, ovvero l’alta percentuale di ricaduta dopo la dimissione. Ad oggi, la CBT-E in regime di ricovero ha dimostrato in uno studio randomizzato e controllato, di essere più efficace nei pazienti adolescenti rispetto agli adulti con anoressia nervosa. Tuttavia, dato il basso numero di pazienti adolescenti inclusi e il setting di ricerca in cui il precedente studio è stato condotto, l’efficacia della CBT-E ospedaliera dovrebbe essere rivalutata in un campione più ampio e in un setting del mondo reale.

Per questo, un nuovo studio recentemente pubblicato sulla rivista International Journal of Eating Disorder ha voluto studiare l’efficacia reale a breve e lungo termine della CBT-E intensiva in pazienti con anoressia nervosa e individuare eventuali differenze nella risposta fra adulti e adolescenti.

Il campione è costituito da 155 pazienti (74 adolescenti e 81 adulti) con anoressia nervosa ammessi consecutivamente ad un programma riabilitativo di CBT-E intensiva di 20 settimane (13 di ricovero ospedaliero e 7 di day-hospital) presso la casa di cura Villa Garda.

Le variabili misurate a inizio e a fine trattamento, a 20 e 60 settimane di follow-up, sono: il peso, la psicopatologia specifica del disturbo dell’alimentazione, la psicopatologia generale e il danno sulla qualità di vita secondario al disturbo dell’alimentazione (rilevate rispettivamente attraverso la somministrazione dell’Eating Disorder Examination Questionnaire, il Brief Symptom Inventory e il Clinical Impairment Assessment).

I risultati indicano che il 70% dei pazienti elegibili è stato d’accordo ad iniziare il trattamento e di questi circa l’85% ha completato il trattamento senza differenze fra adulti e adolescenti.

Per quanto riguarda gli esiti del trattamento, i due gruppi mostrano tassi similari, variabili tra il 70 e il 50%, ad ogni tempo delle valutazioni, sia di “buon esito di indice di massa corporeo (IMC)” (ovvero un IMC >18.5 kg/m² per gli adulti e il percentile corrispondente per gli adolescenti), sia di una “piena risposta” (ovvero un buon esito nell’IMC associato a livelli di psicopatologia specifica comparabili a quelli della popolazione generale).

I dati ottenuti indicano, inoltre, che l’IMC (o il percentile di IMC) per entrambi i gruppi migliora in modo significativo da inizio a fine trattamento e si mantiene fino a 20 settimane di follow-up per poi decrescere leggermente da 20 a 60 settimane di follow-up (Figura 1), senza differenze significative fra i due gruppi.

Figura 1. Indice di massa corporea (IMC) e percentile di IMC ai vari tempi, in pazienti con anoressia nervosa adulti e adolescenti, rispettivamente.

La psicopatologia specifica del disturbo dell’alimentazione, la psicopatologia generale e il danno clinico mostrano un netto miglioramento dal basale a fine terapia, che rimane poi costante fino al follow-up di 60 settimane in entrambi i gruppi.

Questi dati, a differenza di precedenti ottenuti con lo stesso trattamento, sono molto incoraggianti non solo per i pazienti adolescenti, ma anche per gli adulti. Inoltre, nell’osservare che il decremento del peso avviene non subito dopo la dimissione, ma dopo 20 settimane di follow-up, periodo in cui la maggior parte dei pazienti conclude la terapia ambulatoriale post-ricovero, sottolineano l’importanza di un buon e prolungato intervento terapeutico una volta finito il ricovero.

Lo studio, nonostante alcune limitazioni (come la mancanza di confronto con un altro trattamento e di supervisione dell’aderenza al protocollo) ha diversi punti di forza: è condotto in un setting reale del sistema sanitario nazionale, comprende un numero ampio di pazienti con anoressia nervosa e prende in considerazione un lungo periodo di follow-up.

In conclusione, i risultati indicano che la CBT-E intensiva, è un trattamento ben accettato dai pazienti e la risposta è promettente sia negli adolescenti che negli adulti con anoressia nervosa.

Fonte: Dalle Grave R, Conti M, Calugi S. Effectiveness of intensive cognitive behavioral therapy in adolescents and adults with anorexia nervosa. Int J Eat Disord. 2020 Jul 21. doi: 10.1002/eat.23337.