Antonina sconfigge l’anoressia cronica

Francesco Iarrera

Responsabile UOL AIDAP Oliveri. Referente Regionale AIDAP SICILIA

Quando ho chiesto ad Antonina di raccontarmi come abbia fatto a guarire dall’anoressia, lei ha risposto con una metafora:

“Ha presente le malattie infettive del ‘700? Oggi sono sconfitte dalla scoperta del vaccino. La terapia che mi ha insegnato lei è stata il mio vaccino. Mi sento come i soldati che tornano dalle guerre: una sopravvissuta.”

Antonina è sempre stata una ragazza casa e chiesa. Niente di speciale, se non fosse stato per l’anoressia e che lei in Dio ci crede davvero.

Si è ammalata a 12 anni e per i successivi 19 ha condiviso la sua vita con l’anoressia.

Quando le ragazze imparavano la prima cotta, lei iniziava a pesare il cibo.
Quando le compagne di classe tossivano di nascosto la prima sigaretta, lei contava le calorie.
Quando le amiche sognavano di amori infiniti, lei correva a bruciare calorie.
Mentre le mamme si incantavano per la prima poppata, Antonina non aveva il ciclo.

L’anoressia le ha sequestrato gli anni migliori dell’esistenza. Eppure, quando ne parla è gentile come una farfalla: “la malattia ha provato a togliermi il dono della vita. Oggi posso dire che mi ha insegnato ad apprezzarne ogni suo frammento”.

Al primo incontro è entrata in stanza in punta di piedi. Come se i suoi 30 chili potessero urtare e buttare giù i mobili. 
Sorrideva molto e ha chiesto come mi sentissi. L’anoressia le stava violentando il corpo ma non ne aveva intaccato l’animo nobile.

Era rassegnata. L’ultimo specialista che l’aveva visitata era stato categorico: “anoressia cronica”.

All’epoca aveva 28 anni e non era possibile, dicevano, guarire dopo 16 anni di una malattia che passa dalla bocca e ti conquista la testa.

Oggi ha 33 anni e tutti i giorni mi manda per messaggio una pagina del diario in cui racconta della sua nuova vita. Ogni parola è un inno alla gioia di esistere. Ogni frase una speranza che abbatte muri e scala montagne. Frequenta la Chiesa e si è laureata con il massimo dei voti. Vuole sposarsi ed avere un figlio. Una vita normale, se non fosse che ha avuto l’anoressia e che continua a credere davvero in Dio.

“Antonina”, le ho detto qualche mese fa, “credo che la terapia possa chiudersi qua. Tu non hai più l’anoressia”.

“Dottore, ma era cronica.”

“Nessuno dei due ci ha creduto e sei guarita”

Fonte
https://www.aidap.org/…/anoressia-nervosa-grave-e-di-lunga…/