Studi che hanno valutato la CBT-E ambulatoriale nei disturbi dell’alimentazione

A cura di: Riccardo Dalle Grave, Segretario Scientifico AIDAP

Bulimia nervosa (confronto con la terapia psicoanalitica)

Lo studio eseguito in Danimarca ha confrontato la CBT-E focalizzata (20 sedute di 50 minuti in 20 settimane) con la psicoterapia psicoanalitica (più di 70 sedute in 24 mesi). I risultati dello studio hanno evidenziato che la CBT-E è marcatamente più efficace nel trattamento della bulimia nervosa, rispetto alla psicoterapia psicoanalitica. Nel gruppo CBT-E, il 42% dei pazienti ha interrotto gli episodi bulimici ed eliminativi dopo cinque mesi e il 44% dopo 24 mesi. Invece soltanto il 15% dei pazienti sottoposti a psicoterapia psicoanalitica ha interrotto gli episodi bulimici ed eliminativi dopo due anni. I due trattamenti hanno determinato miglioramenti sovrapponibili in termini di psicopatologia specifica e generale, ma i miglioramenti nel gruppo CBT-E sono avvenuti con maggiore rapidità.

Poulsen, S., Lunn, S., Daniel, S.I., Folke, S., Mathiesen, B.B., Katznelson, H., Fairburn, C.G. (2013). A randomized controlled trial of psychoanalytic psychotherapy or cognitive-behavioral therapy for Bulimia Nervosa”. American Journal of Psychiatry doi: 10.1176/appi.ajp.2013.12121511.

Bulimia nervosa e altri disturbi dell’alimentazione non sottopeso (confronto con la terapia interpersonale)

130 pazienti affetti da disturbo dell’alimentazione con IMC >17,5 e <40,0 sono stati trattati con la CBT-E o con la terapia interpersonale (IPT) presso l’università di Oxford. 29 partecipanti (22,3%) non hanno completato il trattamento. Alla fine dell’intervento il 65,5% dei partecipanti trattati con la CBT-E era in remissione in confronto al 33,3% di quelli con la IPT. A 60 settimane di follow-up il tasso di remissione ottenuto dalla CBT-E è rimasto superiore a quello della IPT (CBT-E 69,4%, IPT 49,0%).

Fairburn CG, Bailey-Straebler S, Basden S, Doll HA, Jones R, Murphy R, O’Connor ME, Cooper Z. (2015). A transdiagnostic comparison of enhanced cognitive behaviour therapy (CBT-E) and interpersonal psychotherapy in the treatment of eating disorders. Behaviour Research and Therapy, 70:64-71.

Anoressia nervosa (adulti)

Uno studio multicentrico eseguito a Verona, Oxford e Leicester ha valutato l’effetto della CBT-E in 99 pazienti adulti con anoressia nervosa. Due terzi dei pazienti (63,6%) in entrambi i centri ha completato le 40 settimane di cura. Alla fine del trattamento l’aumento di peso medio è stato di 7,5 kg, che corrisponde a un aumento di 2,8 punti di IMC e quasi il 90% aveva una psicopatologia del disturbo dell’alimentazione residua minima. A 60 settimane di follow-up si è verificata una leggera riduzione dell’IMC e un lieve peggioramento della psicopatologia specifica. Come risultato la proporzione di pazienti con IMC > 18,5 era del 55% e la proporzione di pazienti con psicopatologia residua minima era del 78%.

Dalle Grave, R. (2013). Enhanced cognitive behaviour therapy for adults with anorexia nervosa: A UK- Italy study. Behaviour Research and Therapy 51, R2-8.

Anoressia nervosa (adolescenti)

Uno studio italiano eseguito a Verona ha valutato la versione della CBT-E per gli adolescenti affetti da anoressia nervosa. Quasi due terzi dei pazienti ha completato le 40 sedute di CBT-E (N = 29, 63,0%). Alla fine del trattamento l’aumento di peso medio è stato di 8,6 kg pari a un incremento di 27 percentili di IMC. Quasi tutti i pazienti (96,6%, N = 28/29) avevano alla fine del trattamento una psicopatologia del disturbo dell’alimentazione residua minima. A 60 settimane di follow-up l’aumento ponderale è continuato con un incremento medio di peso di altri 2,22 kg e di percentile di IMC da 29,4 a 33,7. Come risultato il 44,8% aveva un peso superiore al 95% del peso previsto per età e sesso e il 90% una psicopatologia del disturbo dell’alimentazione residua minima.

Dalle Grave, R., Calugi, S., Doll, H.A., Fairburn, C.G. (2013). Enhanced cognitive behaviour therapy for adolescents with anorexia nervosa: an alternative to family therapy? Behaviour Research and Therapy 51, R9-R12.

Disturbi dell’alimentazione non sottopeso (adolescenti)

Uno studio italiano eseguito a Verona, in collaborazione con il centro CREDO dell’Università di Oxford, ha valutato la versione della CBT-E per gli adolescenti non sottopeso affetti da disturbi dell’alimentazione. 68 adolescenti affetti da disturbo dell’alimentazione e un centile di IMC corrispondente a un IMC ≥18.5 degli adulti sono stati trattati consecutivamente per 20 settimane con 20 sedute di CBT-E.

20 (29,4%) soffrivano di bulimia nervosa, 14 (20,6%) di disturbo da binge-eating e i rimanenti 34 (50,0%) di altri disturbi dell’alimentazione. Tre quarti hanno completato tutte le 20 sedute del trattamento. C’è stata una marcata risposta alla CBT-E e i 2/3 dei pazienti (67,6%, intent-to-treat) avevano una psicopatologia minima, valutata con l’Eating DIsorder Examination Questionnairre,alla fine del trattamento. I dati di questo studio indicano che la CBT-E sembra essere un trattamento promettente per gli adolescenti non sottopeso affetti da disturbi dell’alimentazione.

Dalle Grave, R., Calugi, S., Sartirana, M., & Fairburn, C. G. (2015). Transdiagnostic cognitive behaviour therapy for adolescents with an eating disorder who are not underweight. Behaviour Research and Therapy, 73, 79-82.