Esiti principali dello Swan Study: un trial randomizzato e controllato di tre trattamenti psicologici per l’anoressia nervosa

A cura di: Riccardo Dalle Grave, Segretario Scientifico AIDAP

Susan Byrne, professore di psicologia dell’Università di Perth (Australia), ha presentato al congresso all’Eating Disorder Research Society, tenutosi a Taormina dal 17 al 19 settembre 2015, gli esiti principali dello Strong Without Anorexia Nervosa (Swan) Study. Lo studio è un trial randomizzato e controllato che ha confrontato i seguenti tre trattamenti psicologici per l’anoressia nervosa:

  1. Terapia cognitivo comportamentale migliorata (CBT-E). Il trattamento è stato sviluppato presso l’università di Oxford ed è stato ideato per affrontare i meccanismi di mantenimento della psicopatologia specifica dell’anoressia nervosa, come l’eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo, il basso peso, la restrizione calorica e altri comportamenti estremi di controllo del peso come il vomito autoindotto, l’uso improprio di lassativi e l’esercizio eccessivo e compulsivo.
  2. Maudsley Anorexia Nervosa Treatment for Adults (MANTRA). Il trattamento è stato sviluppato presso l’Institute of Psychiatry di Londra ed è stato ideato per affrontare alcuni postulati meccanismi di mantenimento dell’anoressia nervosa come il perfezionismo, l’ansia e le convinzioni sull’utilità della restrizione calorica per gestire le difficoltà emotive. Inoltre, il trattamento si focalizza sulle risposte degli altri significativi (partner, familiari) nei confronti delle persone con anoressia nervosa. Il trattamento pone anche molta enfasi sulla motivazione e fa un uso di strategie terapeutiche che coinvolgono il far scrivere al paziente delle lettere.
  3. Specialist Supportive Clinical Management (SSCM). Il trattamento, sviluppato in Nuova Zelanda, ha gli obiettivi di aiutare le persone a fare i cambiamenti necessari della loro alimentazione fornendo informazioni, rassicurazioni e consigli sull’anoressia nervosa, l’alimentazione e il peso, e affrontando altri problemi personali che possono essere rilevanti per il disturbo dell’alimentazione identificati dal paziente all’interno di una relazione terapeutica supportiva.

Lo Swan study è un trial multicentrico eseguito in tre siti australiani (Perth, Adelaide e Sydney) che aveva l’obiettivo di reclutare 180 pazienti di età maggiore di 17 di anni affetti da anoressia nervosa o da anoressia nervosa atipica con un Indice di Massa Corporea (IMC) < 18,5. Sono stati esclusi dallo studio soli i pazienti in cui il trattamento ambulatoriale era giudicato inappropriato per le loro condizioni cliniche.

Il trattamento si è svolto in 25-40 sedute in 10 mesi. Il numero delle sedute è stato titolato sulla base dell’IMC basale dei pazienti: 40 (IMC < 16), 30 (IMC < 17,5) e 25 (IMC < 18,5). I tre trattamenti sono stati condotti da 8 psicologi che hanno ricevuto una formazione di due giorni dagli autori che hanno sviluppato i trattamenti (Fairburn CBT-E, Treasure e Schmidt MANTRA; McIntosh SSCM), e una supervisione settimanale specifica,

La valutazione è stata eseguita prima a metà e alla fine del trattamento e a 6 e 12 mesi di follow-up. I valutatori erano cechi a quale trattamento erano stati allocati i pazienti, e l’analisi statistica intent to treat, eseguita da Ross Crosby negli USA, ha valutato due misure di esito principali: l’IMC e il punteggio globale dell’Eating Disorder Examination (EDE).

39 pazienti sono stati allocati alla CBT-E, 41 al MANTRA e 40 al SSCM. I pazienti avevano un IMC medio di 16,7, una durata media dell’anoressia nervosa di 5,8 anni e nel 50% dei casi avevano ricevuto un trattamento ospedaliero precedente per il disturbo dell’alimentazione.

Il tasso di pazienti che ha completato il trattamento è stato il seguente: CBT-E 66,7; MANTRA 56,1%; SSCM 59%

I pazienti allocati alla CBT-E hanno raggiunto un IMC medio significativamente superiore sia al SSCM sia al MANTRA sia alla fine del trattamento sia a 6 e 12 mesi di follow-up. La percentuale di pazienti che ha raggiunto un peso salutare a 12 mesi di follow-up è stata la seguente: CBT-E circa il 50%; SSCM e il MANTRA inferiore al 30%

Tutti e tre gli interventi hanno determinato un miglioramento significativo del punteggio globale dell’EDE. La percentuale di pazienti che hanno raggiunto un punteggio all’EDE globale normale a 12 mesi di follow-up è stata la seguente: CBT-E inferiore al 40%; MANTRA maggiore del 40%; SSCM maggiore del 50%

Il tasso di remissione globale (IMC ³ 18,5 e EDE globale < 1,81) è stato del 26% con il SSCM, del 24% con la CBT-E e del 15% con il MANTRA.

Susan Byrne, commentando i dati, ha affermato che tutti e tre i trattamenti psicologici sono stati ben accettati dai pazienti e hanno determinato un cambiamento significativo nel corso del tempo sia dell’IMC sia del punteggio globale dell’ EDE, con un buon mantenimento dei risultati a 12 mesi di follow-up. La CBT-E, pur non producendo un tasso completo di remissione superiore al SSCM, ha determinato un aumento significativamente maggiore dell’IMC rispetto al SSCM e al MANTRA. Infine, i tassi di remissione globali sono risultati bassi, sebbene ci si debba domandare quale valore reale abbia l’uso del punteggio globale dell’EDE come indicatore di esito a medio termine.