Come affrontare gli eventi e le emozioni che influenzano l’alimentazione

A cura di Riccardo Dalle Grave

Il comportamento alimentare delle persone è spesso influenzato da eventi ed emozioni. I principali meccanismi che spiegano questa associazione sono numerosi.  Il mangiare in eccesso può essere un mezzo usato per distrarsi dagli eventi negativi e dai problemi che preoccupano o per attenuare stati emotivi intensi e intollerabili, sia per gratificarsi, come spesso accade nelle persone che hanno una condizione di sovrappeso od obesità. Il mangiare meno può, al contrario, aiutare a raggiungere una sensazione di controllo quando gli eventi sono percepiti essere fuori dal controllo, oppure per influenzare il comportamento degli altri, come spesso accade nelle persone affette da anoressia nervosa.

Per affrontare gli eventi che influenzano l’alimentazione il primo passo è usare una Scheda di Monitoraggio in cui va riportato “in tempo reale” il comportamento influenzato da un evento o un’emozione. Il secondo passo è capire attraverso quale meccanismo l’evento ha influenzato il comportamento alimentare (vedi sopra). Il terzo passo è applicare la Procedura di Risoluzione dei Problemi in modo proattivo per prevenire che gli eventi producano dei cambiamenti nell’alimentazione. La procedura prevede sette passi: (i) individuare subito il problema; (ii) specificare dettagliatamente il problema; (iii) valutare quante più̀ soluzioni possibili; (iv) approfondire le conseguenze di ogni soluzione; (v) scegliere la soluzione o la combinazione di soluzioni migliori; (vi) mettere in atto la soluzione o le soluzioni e (vii) rivedere l’intero processo di soluzione dei problemi.

A volte le emozioni che influenzano l’alimentazione possono essere scatenate da eventi o circostanze non prevedibili. In questi casi può essere utile applicare la Procedura delle Cose da Dirsi e da Fare che prevede i seguenti passi: (i) preparate una carta di risposta (può essere un biglietto da visita o un Post- it) in cui scrivere le cose da dirsi e da fare quando si hanno cambiamenti emotivi improvvisi che potrebbero influenzare l’alimentazione; (ii) prendere in mano la carta di risposta, quando si sperimenta un cambiamento emotivo, e scegliere la strategia che sembra più appropriata per la circostanza. È fondamentale che il cambiamento emotivo sia riconosciuto al più presto e che si applichino le cose da dirsi e da fare immediatamente (“chi esita è perduto”). Le cose da dirsi dovrebbero essere frasi che facilitano il tollerare l’impulso a mangiare in eccesso (per es. “Posso tollerare questo momento negativo senza mangiare; l’impulso a mangiare aumenta fino a raggiungere un picco, poi diminuisce e svanisce – concetto dell’onda – io posso resistere e sopportare questa situazione”). Le cose da fare dovrebbero essere attività distraenti possibilmente piacevoli, che fanno passare del tempo (almeno 30 minuti).

Alcune persone, infine, sono molto sensibili a qualsiasi stato emotivo che percepiscono intenso (in questi casi si parla di “intolleranza alle emozioni”) e lo gestiscono con comportamenti disfunzionali di modulazione delle emozioni (per es. assunzione di alcool o di sostanze stupefacenti o di psicofarmaci, autolesionismo, abbuffate, vomito autoindotto, esercizio fisico eccessivo) che li aiutano a neutralizzare o a ridurre la consapevolezza delle emozioni, producendo però un danno secondario. In questi casi è opportuno che la gestione del problema sia affrontata con un trattamento psicologico specifico, coma la terapia cognitivo comportamentale migliorata (CBT-E) o la terapia dialettico comportamentale (DBT).

Bibliografia

Dalle Grave , R., Come vincere i disturbi dell’alimentazione. Un programma basato sulla terapia cognitivo comportamentale. Seconda Edizione ed. 2016, Verona: Positive Press