Elevata prevalenza dell’obesità nella COVID-19 che richiede ventilazione meccanica invasiva

A cura di Riccardo Dalle Grave

I pazienti a rischio di sindrome respiratoria acuta grave coronavirus-2 (SARS-CoV-2) si caratterizzano per l’elevata prevalenza di malattie preesistenti come ipertensione arteriosa, malattie cardiovascolari, diabete, malattie respiratorie croniche o cancro.

Sorprendentemente, l’indice di massa corporea (IMC) è raramente menzionato tra i fattori di rischio clinici per SARS-CoV-2 riportati dai resoconti provenienti dalla Cina, dall’Italia o dagli Stati Uniti.

L’obesità è, tuttavia, stata identificata come fattore di rischio indipendente per la grave infezione polmonare indotta dal virus influenzale di origine suina H1N1. Inoltre, l’obesità addominale è associata a una ventilazione compromessa alle basi polmonari con la conseguente riduzione della saturazione di ossigeno (SpO2). Infine, la secrezione anormale delle adipokine e delle citochine, come il TNF-alfa e l’interferone, caratterizzano l’associazione dell’obesità addominale con un basso grado di infiammazione cronico che, a sua volta, può compromettere la risposta immunitaria e avere effetti sul parenchima polmonare e sui bronchi. Questi dati suggeriscono che l’obesità potrebbe essere un fattore di rischio indipendente anche per SARS-CoV-2.

La pandemia di COVID-19 si sta rapidamente diffondendo in tutto il mondo e, in particolare in Europa e nel Nord America, dove l’obesità è molto diffusa. Per tale motivo è di grande importanza clinica esplorare la relazione tra obesità e gravità della SARS-CoV-2.

Uno studio di coorte retrospettivo francese pubblicato il 9 aprile 2020 sulla rivista Obesity ha indagato l’associazione tra IMC, caratteristiche cliniche e necessità di ventilazione meccanica invasiva in pazienti ricoverati in terapia intensiva per SARS-CoV-2.

124 pazienti (età media 60 anni, range 51-70; 90 maschi) consecutivamente ricoverati in terapia intensiva presso il Roger Salengro Hospital, “Centre Hospitalier Universitaire de Lille” (CHU Lille, Francia) sono stati inclusi nello studio. A tutti i pazienti è stata diagnosticata la polmonite COVID-19 secondo i criteri ad interim dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, con sintomi SARS caratterizzati da dispnea, aumento della frequenza respiratoria, riduzione della SpO2 e necessità di ossigenoterapia per almeno 6 L/min. I campioni del tampone della gola sono stati ottenuti da tutti i pazienti al momento del ricovero e testati utilizzando la metodica della reazione a catena della polimerasi dopo trascrizione inversa. I partecipanti allo studio sono stati inoltre confrontati con un gruppo di controllo storico composto da 306 pazienti ricoverati in terapia intensiva presso lo stesso istituto per una malattia respiratoria acuta grave non correlata alla SARS-CoV-2, durante l’anno 2019.

Al momento dell’analisi dei dati (6 aprile 2020), 60 pazienti (48%) erano stati dimessi vivi dalla terapia intensiva, 18 (15%) erano morti e 46 erano ancora ricoverati in terapia intensiva. I partecipanti allo studio SARS-CoV-2 erano prevalentemente maschi (73%) e loro l’età mediana (IQR) era di 60 (da 51 a 70) anni.

L’obesità (IMC > 30) e l’obesità grave (IMC > 35) erano significativamente più frequenti tra i pazienti SARS-CoV-2 rispetto ai controlli: 47,6% vs 25,2% e 28,2% vs 10,8%, rispettivamente. Il BMI mediano (IQR) nei partecipanti SARS-CoV-2 era più alto rispetto ai controlli: 29,6 (da 26,4 a 36,5) vs 24,0 (da 18,9 a 29,3), rispettivamente. Al contrario, la distribuzione del sesso e dell’età non erano significativamente diverse tra i due gruppi.

85 dei 124 partecipanti allo studio (68,6%) avevano richiesto la ventilazione meccanica intensiva (62 all’ingresso, 13 al giorno 1, 4 al giorno 2 e i restanti 6 entro 7 giorni.) L’IMC mediano era 31,1 (da 27,3 a 37,5) rispetto a all’IMC mediano di 27,0 (da 25,3 a 30,8) dei 39 (31,4%) pazienti che non hanno richiesto la ventilazione meccanica intensiva. La proporzione di pazienti che hanno richiesto la ventilazione meccanica intensiva è aumenta con l’aumentare delle categorie di IMC ed era maggiore nei pazienti con IMC> 35 (85,7%). Nella regressione logistica multivariata, la necessità di ventilazione meccanica intensiva era significativamente associata al sesso maschile e all’IMC. indipendentemente dall’età, dal diabete e dall’ipertensione. L’odds ratio per la ventilazione meccanica intensiva nei pazienti con IMC> 35 kg vs i pazienti con IMC < 25 kg era 7,36.

In conclusione, lo studio ha tre risultati principali: (i) esiste un’elevata frequenza di obesità nei pazienti ammessi alla terapia intensiva per SARS-CoV-2; (ii) la gravità della SARS-CoV-2 aumentata con l’aumentare dell’IMC e (iii) l’obesità sembra essere un fattore di rischio potenziale per la gravità della SARS-CoV-2. Questi risultati indicano che le persone con obesità, e soprattutto quelle con grave obesità, dovrebbero adottare misure extra per evitare la contaminazione da COVID-19 rinforzando l’adozione di procedure preventive durante l’attuale pandemia.

Fonte: Simonnet, A., Chetboun, M., Poissy, J., Raverdy, V., Noulette, J., Duhamel, A., . . . Jourdain, M. (2020). High prevalence of obesity in severe acute respiratory syndrome coronavirus-2 (SARS-CoV-2) requiring invasive mechanical ventilation. Obesity (Silver Spring). doi:10.1002/oby.22831

I pazienti a rischio di sindrome respiratoria acuta grave da SARS-CoV-2 si caratterizzano per l’elevata prevalenza di malattie preesistenti come ipertensione arteriosa, malattie cardiovascolari, diabete, malattie respiratorie croniche o cancro.

Sorprendentemente, l’indice di massa corporea (IMC) è raramente menzionato tra i fattori di rischio clinici per COVID-19 riportati dai resoconti provenienti dalla Cina, dall’Italia o dagli Stati Uniti.

L’obesità è, tuttavia, stata identificata come fattore di rischio indipendente per la grave infezione polmonare indotta dal virus influenzale di origine suina H1N1. Inoltre, l’obesità addominale è associata a una ventilazione compromessa alle basi polmonari con la conseguente riduzione della saturazione di ossigeno (SpO2). Infine, la secrezione anormale delle adipokine e delle citochine, come il TNF-alfa e l’interferone, caratterizzano l’associazione dell’obesità addominale con un basso grado di infiammazione cronico che, a sua volta, può compromettere la risposta immunitaria e avere effetti sul parenchima polmonare e sui bronchi. Questi dati suggeriscono che l’obesità potrebbe essere un fattore di rischio indipendente anche per l’infezione da SARS-CoV-2.

La pandemia di COVID-19 si sta rapidamente diffondendo in tutto il mondo e, in particolare in Europa e nel Nord America, dove l’obesità è molto diffusa. Per tale motivo è di grande importanza clinica esplorare la relazione tra obesità e gravità dell’infezione da SARS-CoV-2.

Uno studio di coorte retrospettivo francese pubblicato il 9 aprile 2020 sulla rivista Obesity ha indagato l’associazione tra IMC, caratteristiche cliniche e necessità di ventilazione meccanica invasiva in pazienti ricoverati in terapia intensiva per COVID-19.

124 pazienti (età media 60 anni, range 51-70; 90 maschi) consecutivamente ricoverati in terapia intensiva presso il Roger Salengro Hospital, “Centre Hospitalier Universitaire de Lille” (CHU Lille, Francia) sono stati inclusi nello studio. A tutti i pazienti è stata diagnosticata la polmonite COVID-19 secondo i criteri ad interim dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, con sintomi SARS caratterizzati da dispnea, aumento della frequenza respiratoria, riduzione della SpO2 e necessità di ossigenoterapia per almeno 6 L/min. I campioni del tampone della gola sono stati ottenuti da tutti i pazienti al momento del ricovero e testati utilizzando la metodica della reazione a catena della polimerasi dopo trascrizione inversa. I partecipanti allo studio sono stati inoltre confrontati con un gruppo di controllo storico composto da 306 pazienti ricoverati in terapia intensiva presso lo stesso istituto per una malattia respiratoria acuta grave non correlata all’infezione da SARS-CoV-2, durante l’anno 2019.

Al momento dell’analisi dei dati (6 aprile 2020), 60 pazienti (48%) erano stati dimessi vivi dalla terapia intensiva, 18 (15%) erano morti e 46 erano ancora ricoverati in terapia intensiva. I partecipanti allo studio infettati da SARS-CoV-2 erano prevalentemente maschi (73%) e loro l’età mediana (IQR) era di 60 (da 51 a 70) anni.

L’obesità (IMC > 30) e l’obesità grave (IMC > 35) erano significativamente più frequenti tra i pazienti infettati da SARS-CoV-2 rispetto ai controlli: 47,6% vs 25,2% e 28,2% vs 10,8%, rispettivamente. Il BMI mediano (IQR) nei partecipanti infettati da SARS-CoV-2 era più alto rispetto ai controlli: 29,6 (da 26,4 a 36,5) vs 24,0 (da 18,9 a 29,3), rispettivamente. Al contrario, la distribuzione del sesso e dell’età non erano significativamente diverse tra i due gruppi.

85 dei 124 partecipanti allo studio (68,6%) avevano richiesto la ventilazione meccanica intensiva (62 all’ingresso, 13 al giorno 1, 4 al giorno 2 e i restanti 6 entro 7 giorni.) L’IMC mediano era 31,1 (da 27,3 a 37,5) rispetto a all’IMC mediano di 27,0 (da 25,3 a 30,8) dei 39 (31,4%) pazienti che non hanno richiesto la ventilazione meccanica intensiva. La proporzione di pazienti che hanno richiesto la ventilazione meccanica intensiva è aumenta con l’aumentare delle categorie di IMC ed era maggiore nei pazienti con IMC> 35 (85,7%). Nella regressione logistica multivariata, la necessità di ventilazione meccanica intensiva era significativamente associata al sesso maschile e all’IMC. indipendentemente dall’età, dal diabete e dall’ipertensione. L’odds ratio per la ventilazione meccanica intensiva nei pazienti con IMC> 35 kg vs i pazienti con IMC < 25 kg era 7,36.

In conclusione, lo studio ha tre risultati principali: (i) esiste un’elevata frequenza di obesità nei pazienti ammessi alla terapia intensiva per infezione da SARS-CoV-2; (ii) la gravità dell’infezione da SARS-CoV-2 aumentata con l’aumentare dell’IMC e (iii) l’obesità sembra essere un fattore di rischio potenziale per la gravità dell’infezione da SARS-CoV-2. Questi risultati indicano che le persone con obesità, e soprattutto quelle con grave obesità, dovrebbero adottare misure extra per evitare la contaminazione da COVID-19 rinforzando l’adozione di procedure preventive durante l’attuale pandemia.

Fonte: Simonnet, A., Chetboun, M., Poissy, J., Raverdy, V., Noulette, J., Duhamel, A., . . . Jourdain, M. (2020). High prevalence of obesity in severe acute respiratory syndrome coronavirus-2 (SARS-CoV-2) requiring invasive mechanical ventilation. Obesity (Silver Spring). doi:10.1002/oby.22831