Consumo di uova e rischio di malattia cardiovascolare: non sembra esserci un’associazione

A cura di Massimiliano Sartirana

Associazione Disturbi Alimentari (ADA) Verona

Introduzione

Negli Stati Uniti, il disturbo cardiovascolare è la prima causa di morti tra uomini e donne. L’associazione tra consumo di uova e aumentato rischio di disturbo cardiovascolare, visto il loro contenuto di colesterolo, è stato argomento di forte dibattito nell’ultimo decennio, sebbene le uova siano una fonte economica ad alta qualità di proteine, ferro, acidi grassi non saturi, fosfolipidi e caretonoidi.

Molti studi prospettici sull’associazione tra assunzione di uova e malattie cardiovascolari hanno fornito risultati contrastanti: alcuni non hanno trovato alcuna associazione, altri un maggior rischio in chi ne fa maggior consumo e altri ancora hanno identificato un’associazione inversa.

Persino le metanalisi di studi prospettici che hanno valutato questa associazione non hanno offerto risultati coerenti creando ulteriore confusione.

Per questo motivo di seguito riportiamo un interessante studio recentemente pubblicato sul British Medical Journal (BMJ) che ha esaminato l’associazione tra assunzione di uova e malattia cardiovascolare usando misurazioni ripetute della dieta dei partecipanti fino a 32 anni di follow-up con controllo accurato degli alimenti assunti e di altri potenziali fattori confondenti.

Lo studio ha incluso tre ampie coorti di popolazione statunitensi: (1) 83.349 donne dal Nurses’ Health Study (NHS); (2) 90.214 donne dal Nurses’ Health Study II (NHS II); (3) 42.055 uomini dal Health Professionals’ Follow up Study (HPFS). Le tre coorti di popolazione non avevano in basale malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e cancro. Gli autori dello studio hanno utilizzato i dati per valutare statisticamente come la sostituzione delle uova con altri alimenti (per es. la carne rossa processata e non processata) possa essere associato con il rischio di malattia cardiovascolare.

Gli autori hanno, inoltre, condotto una revisione sistematica aggiornata della letteratura e una metanalisi del consumo di uova e del rischio di malattia cardiovascolare.

L’assunzione di uova intere è stata valutata ogni due o quattro anni, usando un questionario validato semi-quantitativo sulla frequenza degli alimenti. Ai partecipanti è stato chiesto quanto spesso consumavano in media uova intere con tuorlo nell’ultimo anno. Il consumo di uova liquide e albumi d’uovo non è stato valutato dal questionario. Comunque, gli autori hanno calcolato l’assunzione di uova incluse in prodotti da forno come torte, biscotti, frittelle, muffin, panini dolci e ciambelle.

La valutazione di malattia cardiovascolare è stata eseguita identificando un evento cardiovascolare definito come infarto miocardico non fatale, malattia coronarica fatale e ictus non fatale o fatale occorsi dopo la valutazione iniziale.

La valutazione di altri potenziali fattori confondenti è stata eseguita con il principale questionario di follow-up che permetteva di raccogliere e aggiornare informazioni su età, etnicità, storia famigliare di infarto miocardico, peso corporeo, fumo di sigarette, attività fisica e uso di multivitaminici. Sono state raccolte anche informazioni su condizione di menopausa, uso di ormoni dopo la menopausa, assunzione di contraccettivi orali e storia di ipercolesterolemia o ipertensione arteriosa.

Risultati

Lo studio non ha trovato un’associazione tra consumo di uova e rischio di malattia cardiovascolare nelle tre ampie coorti di popolazione esaminate. Anche i risultati della metanalisi aggiornata hanno confermato la complessiva mancanza di associazione tra moderato consumo di uova (fino ad una al giorno) e rischio di malattia cardiovascolare. Tuttavia, è bene considerare che ci sono prove di considerevole eterogeneità tra gli studi probabilmente dovute alla discrepanza dei risultati i dati negli studi condotti negli Stati Uniti, in Europa e in Asia. Infatti, nessuna associazione è stata trovata negli studi (con minima eterogeneità) che hanno valutato le coorti degli Stati Uniti e in quelli (con sostanziale eterogeneità) che hanno valutato le coorti europee. Invece, è stata trovata un’associazione inversa negli studi (con moderata eterogeneità) che hanno valutato le coorti Asiatiche. L’assenza di associazione è stata confermata anche nelle analisi dei sottogruppi eseguite solo tra uomini o donne, degli studi con follow-up ≥ 10 anni o degli studi con basso rischio di bias e con minima eterogeneità. Invece è stata trovata un’associazione tra aumentato rischio cardiovascolare e alto consumo di uova quando la metanalisi era limitata solo alle persone con diabete di tipo 2, anche se è stata osservata una considerevole e concomitante eterogeneità tra gli studi.

Punti di forza

Lo studio ha diversi punti di forza. Innanzitutto, ha il merito di avere incluso  un ampio campione di soggetti valutati a un follow-up molto lungo. La ripetuta misurazione delle variabili associate allo stile di vita ha permesso agli autori di adeguarsi alle variazioni dei fattori di rischio nel tempo. Inoltre, l’uso cumulativo di aggiornamenti medi delle variabili dietetiche ha ridotto l’errore di una misurazione casuale tenendo conto delle variazioni personali nell’assunzione di uova. Per ultimo la metanalisi aggiornata fornisce una panoramica comprensiva delle evidenze sull’associazione tra consumo di uova e malattia cardiovascolare negli Stati Uniti e  livello globale.

Limiti

I risultati dello studio vanno anche interpretati considerando alcuni limiti. Innanzitutto, il fatto che le coorti di popolazione studiate erano composte da professionisti della salute, un fatto che mina la generalizzabilità dei risultati ad altre popolazioni. Secondariamente la raccolta di informazioni attraverso un questionario di frequenza dell’assunzione delle uova può favorire un errore di classificazione sia a causa della misurazione casuale sia per la confusione dovuta al fatto che non è  stato considerato nel questionario il metodo di cottura delle uova che potrebbero determinare una sottostima dell’associazione. Inoltre, non si può escludere che gli avanzamenti nei metodi diagnostici degli ultimi dieci anni possano avere avuto impatto nel tasso di riconoscimento delle malattie cardiovascolari nel periodo del follow-up. Infine, la replacement analysis è un modello statistico che utilizza dati su tutta la popolazione, senza identificare le persone nella coorte che hanno effettivamente sostituito le uova con i cibi sostitutivi come la carne rossa processata e non processata.

Conclusioni

I risultati dello studio di coorte e della meta-analisi aggiornata mostrano che un consumo moderato di uova (fino a un uovo al giorno) non è associato al rischio complessivo di malattie cardiovascolari.

Fonte: Drouin-Chartier, J.-P., Chen, S., Li, Y., Schwab, A. L., Stampfer, M. J., Sacks, F. M., . . . Bhupathiraju, S. N. (2020). Egg consumption and risk of cardiovascular disease: three large prospective US cohort studies, systematic review, and updated meta-analysis. BMJ, 368, m513. doi:10.1136/bmj.m513